#Psicoterapia Cognitiva

01.03.2020

La psicoterapia cognitiva si basa sul concetto fondamentale per cui la comprensione delle rappresentazioni mentali del paziente (credenze, pensieri automatici, schemi) permette di spiegare il suo disagio psicologico.  Sono quindi i pensieri, gli schemi ed i processi disfunzionali collegati ad un evento a generare la patologia e non l'evento in se.

Psicoterapia Cognitivo Comportamentale: come funziona?

La Cognitive-Behaviour Therapy (CBT) combina due differenti forme di psicoterapia:

  • quella COGNITIVA, che consente individuare i pensieri ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente;
  • quella COMPORTAMENTALE: che aiuta a modificare le reazioni emotive e comportamentali del paziente alle situazioni che creano difficoltà mediante l'apprendimento di nuove modalità di risposta e l'esposizione graduale alle situazioni temute.

"La terapia cognitiva mira ad alleviare la tensione psicologica attraverso la correzione di concetti erronei e autosegnali. Correggendo i concetti erronei, possiamo eliminare le razioni eccessive." (A. Beck)

Caratteristiche della psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Durante un percorso terapeutico di tipo cognitivo comportamentale gli obbiettivi vengono perseguiti non soltanto attraverso la discussione volta a riformulare le convinzioni disfunzionali, ma anche mediante strumenti di intervento specifici a collaborazione attiva, che implicano lo svolgimento di specifici compiti da parte del paziente.  

La terapia cognitivo-comportamentale è quindi:

  • Pratica e concreta: alcune tipiche finalità includono ad esempio la riduzione dei sintomi depressivi, l'eliminazione degli attacchi di panico, la riduzione o eliminazione dei rituali compulsivi o delle malsane abitudini alimentari, la diminuzione dell'isolamento sociale.
  • A breve termine: ogni qualvolta possibile. La durata della terapia varia di solito dai sei ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall'uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.
  • Orientata allo scopo: il terapeuta lavora insieme al paziente per stabilire gli obbiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze.
  • Attiva: sia il paziente che il terapeuta giocano un ruolo attivo nella terapia. Il terapeuta cerca di insegnare al paziente ciò che si conosce dei suoi problemi e delle possibile soluzioni ad essi. Il paziente, a sua volta, lavora al di fuori della seduta terapeutica per mettere in pratica le strategie apprese in terapia, svolgendo dei compiti che gli vengono assegnati. 

A quali patologie si applica la terapia cognitivo comportamentale?

La terapia cognitivo comportamentale è attualmente considerata, a livello internazionale, uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.

Nell'immaginario comune è correlata spesso alla cura dei disturbi d'ansia (Attacchi di Panico, Fobie, Ansia Generalizzata), ma ha un'efficacia scientificamente provata per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, nonché per molte altre patologie, tra le quali Depressione e Disturbo Bipolare, Disturbi del Comportamento Alimentare, Disturbi di Personalità, Disfunzioni Sessuali, Disturbi del Controllo degli Impulsi, Bassa Autostima.

Dott.ssa Francesca Castellano